Translate

domingo, 1 de marzo de 2015

I nostri sedicenti difensori della laicità e della libertà: per capire fin dove si allungano le radici dell’intolleranza e della disumanità


I picconatori del Califfo? Discepoli di Robespierre

di Luigi Santambrogio


L’indignazione generale per lo scempio a Mosul, l'antica capitale assira Ninive, di statue, bassorilievi e antichissimi reperti fatti a pezzi dai combattenti barbuti del Califfato a colpi di piccone e martello pneumatico, è stato tanto unanime quanto ipocritamente smemorato. Si è gridato (giustamente) alla barbarie, alla blasfema (in senso laico) profanazione della cultura e della storia ad opera dello Stato islamico, definito addirittura “sedicente” da Adriano Sofri. Pure l’incauto lapsus ci riporta a un’altra barbarie, quella del terrorismo rosso (le sedicenti Brigate Rosse) inizialmente misconosciuta da intellos e opinionisti. Ma a parte ciò, resta la grande truffa della dimenticanza. Quella di cui soffrono i nostri sedicenti difensori della laicità e della libertà senza vincoli dalla violenza delle religioni.

Oggi i devastatori della civiltà hanno il volto truce degli uomini in nero dell’Isis o dei talebani chefecero saltare con la dinamite i Buddha di Bamiyan, macellai con barbe e sneaker americane ai piedi che accompagnano le loro mattanze con le shure del Corano e le lodi al Profeta. Ma la furia iconoclasta dei picconatori di Ninive è drammaticamente simile a quella messa in scena dai rivoluzionari della ragione laica, libertaria e fraterna nella Francia del Terrore giacobino. 

Quel che ha scritto ieri monsignor Luigi Negri, vescovo di Ferrara (clicca qui) trova tragica conferma e plastica raffigurazione nelle centinaia di statue di re e santi decapitati a Parigi dalle guardie di Robespierre, nelle cattedrali gotiche incendiate e distrutte per ordine dei comitati rivoluzionari, nelle preziose opere d’arte trafugate, nelle migliaia di teste di religiosi e cittadini cristiani messe alla ghigliottina. 

Un orrore costantemente censurato per il fatto che i vandali, qui sbarbati e con le coccarde, sono i celebrati protagonisti di quelle “rivoluzioni” della ragione che i manuali scolastici e il pensiero unico presentano come svolte di progresso epocali. La barbarie come l’altra faccia, il dark side, dell’umanesimo dei Lumi e della sua ragione atea e assoluta. 

................



No hay comentarios:

Publicar un comentario