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martes, 3 de marzo de 2015

Cosa possiamo aspettarci dai musulmani per bene in questa guerra contro dei fanatici musulmani?


«Il Califfato è un progetto totalitario dove Dio è invocato costantemente a parole e negato nelle azioni»



di Rodolfo Casadei


Intervista a Domenico Quirico, in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, “Il grande Califfato”: «I musulmani non si oppongono veramente, ma non possiamo gettargli la croce addosso»



In tutto questo, dov’è Dio? Un Dio che non chieda sacrifici umani come quello dei jihadisti? Tu dici di averlo scorto fra le rovine della cattedrale cattolica di Mogadiscio.E in molti altri luoghi dove noi pensiamo che non dovrebbe esserci. Oggi non c’è posto al mondo dove Dio sia così costantemente invocato a parole e negato nelle azioni come nei luoghi dove si svolge il dramma del Califfato. L’ossessione di Dio e la sua negazione. I jihadisti si sentono per davvero dei santi, nel mentre che sono degli assassini. Ma Dio è presente nell’unica cosa che per me conta: nella sofferenza, nel dolore delle vittime. La vera presenza di Dio è in quella sofferenza. Dio è presente sopra tutta la superficie gigantesca del dolore che c’è in quei luoghi. Lì dove è invocato, Dio non c’è; ma lì dove apparentemente è assente, Dio c’è. Nelle vittime.
Leggere un libro di Domenico Quirico è come andare a porcini in un lussureggiante bosco del Piemonte o del Trentino. L’ambiente circostante è splendido, pini e latifoglie giocano coi raggi del sole che filtra nel sottobosco, germogli di piante e tronchi abbattuti e marcescenti si intrecciano nelle pieghe del terreno irregolare. Finché da sotto al tappeto di foglie morte spunta il re dei funghi, turgido e vistoso col suo gambo bianco e il cappello marrone o fulvo. Nei libri dell’inviato della Stampa i porcini sono i giudizi, le definizioni, i concetti che appaiono a sorpresa, man mano che le pagine sviluppano il racconto dei luoghi, degli incontri e degli avvenimenti.

Il grande Califfato è un percorso attraverso la geografia sfuggente dei luoghi dove il risorgere del Califfato si è preannunciato, annunciato e infine realizzato negli ultimissimi anni, cominciando da quel giorno da prigioniero in Siria, ad al Qusayr, quando per la prima volta il Quirico ostaggio dei jihadisti è stato messo a parte del “segreto”. Dopo quel giorno hanno preso senso fatti, persone e parole ascoltate in Nigeria, Mali, Algeria, Tunisia, Iraq, Libia, Somalia. Che integrano «il cuore di tenebra di una nuova fase storica, di un nuovo groviglio avvelenato dell’uomo e del secolo che nasce: il totalitarismo islamico globale», come scrive Domenico Quirico.

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